Forse si ravviverà
una betulla scossa
da mani bambine,
la memoria.
Il ricordo di queste volte
incamminati nel vino
nel tuono,
un odore di corpi e benzina.
Bruciare, bruciare, ti tornerà in mente
noi come un martirio di falene,
le labbra ai grandi abbeveratoi
dell’estate.
Erano quelle sere d’amore,
dirai,
qualcuno che strideva,
i nostri denti come organini.
La pasta scotta, i calzini
spaiati, ci farai caso,
non adesso
intenta solo a brillare,
al tubetto di dentifricio
spremuto male.

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